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Julia Seeber studia gli animali del sottosuolo, in particolare quelli che vivono nelle Alpi. Con un laboratorio da dirigere all’EURAC di Bolzano, un insegnamento all’Università di Innsbruck e quattro figli tra gli undici anni e i nove mesi, Seeber non perde tempo e va dritta al punto. Per conoscerla meglio, Academia non poteva che scegliere un questionario proustiano.

Cosa ti dà sui nervi più di ogni altra cosa? L’aria viziata.

La miglior qualità in un ricercatore? La curiosità.

E in generale, nell’essere umano? L’empatia.

La tua, miglior qualità? Sono affidabile.

Il peggior difetto? Sono mooolto ordinata…Al limite della pedanteria…

L’ostacolo più grande che hai superato? Riuscire a rimanere nel mondo della ricerca.

Ciò di cui sei più orgogliosa? I miei figli.

Una bugia che hai detto? Ehm…

Il giorno più felice della tua vita privata? Quando è nata la mia prima figlia.

E di quella professionale? Quando hanno approvato un mio importante progetto di ricerca sulla composizione di suolo e humus nelle Alpi, ad alta quota. Lo ha finanziato il programma che promuove la carriera accademica delle scienziate intitolato a Herta Firnberg, prima ministra austriaca per la ricerca scientifica. Un talento che hai? L’efficienza al lavoro.

Un talento che vorresti? Saper cantare.

La tua massima preoccupazione al momento? Far quadrare tutto.

Cosa fai (o faresti) in un’ora tutta per te? Dormo! (oppure leggo)

Un insegnante che riconosci come modello? Il mio maestro di tedesco delle elementari. Mi ha avvicinato alla letteratura e ha rafforzato il mio amore per la lettura.

Se tu fossi il personaggio di un film o di un libro, chi saresti? Elizabeth Benett, di Orgoglio e pregiudizio.

Il più grande scienziato e la più grande scienziata di tutti i tempi? Charles Darwin e Ada Lovelace.

Un sogno per il tuo laboratorio? Un massospettrometro.

Cosa ti piace del lavoro in laboratorio? La concentrazione.

E dell’insegnamento? Trasmettere quello che ho imparato io.

Qual è l’espressione che usi più spesso? Mama mia! (Ndr Julia è di madrelingua tedesca).

Il tuo motto? Tutto ciò che deve funzionare, funzionerà.

L’armadio degli insetti

Chi a Bolzano cammina verso ponte Druso direzione centro città può sbirciare alla sua destra dentro le finestre al piano terra dell’EURAC. Vedrà ricercatori all’opera con microscopi, pipette, beute e un curioso armadio illuminato. È il nuovo laboratorio per lo studio degli animali invertebrati che vivono nel sottosuolo, e il “curioso armadio” ospita zolle di terra spesse circa dieci centimetri e larghe 25 per 25. Il calore delle lampade fa uscire in superficie lombrichi e millepiedi, ma anche ragni e altri insetti. I ricercatori raccolgono gli animali, ne descrivono le caratteristiche fisiche e li classificano. Estraggono il DNA ed eseguono analisi molecolari. Per il momento i campioni arrivano dalla val di Mazia, dove l’EURAC ha il suo laboratorio a cielo aperto. In futuro verranno raccolti in tutta la provincia e confrontati con banche dati di tutto il Tirolo.

“Quando avremo abbastanza dati, ricaveremo dei modelli che mostrano quali animali popolano i diversi tipi di terreno, a seconda della quota e del tipo di uso, per esempio boschi, pascoli o coltivazioni intensive”, spiega Julia Seeber, biologa dell’EURAC e all’Università di Innsbruck e responsabile del laboratorio. “I nostri modelli ci permetteranno di osservare gli effetti dei cambiamenti climatici. Saranno utili anche per valutare l’impatto delle attività umane sul suolo: confrontando campioni prelevati prima e dopo gli interventi, per esempio un cambio di coltura, potremo verificare se le scelte fatte hanno rispettato la biodiversità”.

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